09 Apr 2018

Spossatezza e debolezza? Sarà la…primavera

In primavera, si sa, le giornate si fanno più lunghe, il tempo migliora, la natura si risveglia, ma tutto ciò che sembra influire positivamente sul cervello e favorire il buon umore può apportare anche degli “effetti collaterali”. Parliamo del cosiddetto “mal di primavera” che colpisce circa due milioni di persone in questo periodo dell’anno e che si manifesta con segnali come stanchezza e debolezza , a cui si aggiungono spesso cattivo umore, ansia, irrequietezza, insonnia e mancanza di concentrazione . Questo malessere generale e diffuso, sebbene di natura non patologica, può peggiorare la qualità della vita e rappresentare un problema nel normale svolgimento delle attività quotidiane.

Quali sono le cause?

Alcuni dei fastidi avvertiti in primavera sono simili a quelli tipicamente autunnali, mentre altri dipendono esclusivamente dai cambiamenti che hanno luogo in questo periodo dell’anno. Tanto per cominciare ci si deve adeguare al passaggio all’ ora legale, che porta via un’ora di sonno e obbliga l’organismo a doversi riabituare al nuovo ritmo. Inoltre le giornate più lunghe e le temperature più alte stimolano una maggiore attività di tutto il corpo, che può non essere in grado di rispondere in maniera adeguata. L’organismo tende così a segnalare il suo disagio con una stanchezza e debolezza apparentemente ingiustificate, ma che in realtà sono il campanello d’allarme di uno stato fisico e mentale non eccellente. I sintomi del “mal di primavera” possono essere acuti e nascondere delle patologie più gravi, in questo caso è bene sottoporsi ad una visita medica. Se i sintomi non sono particolarmente acuti non vanno comunque trascurati in quanto potrebbero condurre a un maggiore malessere psico-fisico.

L’alimentazione giusta contro il mal di stagione

Tutti sanno che lo scopo primario dell’alimentazione è principalmente energetico, ma spesso si dimentica che tale energia dovrebbe essere fornita gradualmente nel corso della giornata; quindi è bene fare 5 pasti al giorno (colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena) per non lasciare mai l’organismo a corto di “carburante”. Per combattere debolezza e spossatezza occorre inoltre seguire un ’alimentazione sana e variata , che garantisca sufficienti apporti di macronutrienti ( carboidrati , proteine e grassi ) e di micronutrienti (come vitamine e minerali). Le vitamine non apportano calorie, ma svolgono importanti funzioni (antiossidanti, protettive, antinfiammatorie ecc.) e regolano buona parte delle trasformazioni chimiche che avvengono nell’organismo, tra cui quelle energetiche. Tra le vitamine più importanti impegnate nel processo metabolico (produzione di energia) rientrano quelle del gruppo B:

La vitamina B1 agisce soprattutto sul metabolismo dei carboidrati.

La vitamina B2 ha molte funzioni tra le quali la facilitazione dell’assorbimento dei grassi.

La vitamina B6 consente una buona utilizzazione delle proteine e agisce nel metabolismo glicidico e lipidico.

La vitamina B12, oltre che favorire il metabolismo di zuccheri e proteine, è indispensabile per il buon funzionamento del sistema nervoso.

Le vitamine del gruppo B si trovano in grande quantità soprattutto negli alimenti di origine animale: è quindi importante assumere settimanalmente carne, pesce e uova nelle giuste quantità, e consumare ogni giorno yogurt, latte e derivati come il Grana Padano DOP che è un concentrato di nutrienti del latte, ma con meno grassi del latte intero perché parzialmente decremato durante la lavorazione. Per fare 100 g di questo formaggio occorrono 1,5 litri di latte, fornisce quindi ottime quantità di proteine ad alto valore biologico, vitamine del gruppo B, tanto calcio, oltre ad essere ricco di importanti antiossidanti come vitamina A, zinco e selenio . Unito ad un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il Grana Padano DOP contribuisce a dare all’organismo la forza e il benessere di cui si ha particolarmente bisogno in questo periodo.

 

Attività fisica per il benessere psico-fisico

Per sconfiggere stanchezza e stress è bene praticare attività fisica aerobica a bassa intensità e a lunga durata, come camminare, pedalare ecc. È importante che l’attività fisica diventi un’abitudine quotidiana o che venga praticata per almeno 40 minuti 3-4 volte a settimana. I benefici che se ne possono trarre sono molteplici. Tanto per cominciare, l’esercizio fisico aumenta la produzione di energia da parte del corpo e si dimostra in grado di combattere stanchezza e debolezza più del riposo. Non solo. Una buona dose di attività fisica e praticata con regolarità, è in grado anche di migliorare il tono dell’umore. Infatti, tra le varie benefiche modificazioni del metabolismo e del sistema nervoso, l’attività stimola la produzione di endorfine , neurotrasmettitori dotati di proprietà analgesiche che donano maggiore serenità e tranquillità. Ovviamente, la raccomandazione sempre valida è che se siete sedentari è bene sottoporvi a una visita medica prima di iniziare con qualsiasi tipo di attività motoria.

Altri consigli contro stanchezza e debolezza

Mangia 2 porzioni di verdura al giorno , preferendo quelle crude a quelle cotte per assicurarti un miglior apporto di vitamine e antiossidanti, che diminuiscono con la cottura.

Mangia 3 porzioni di frutta al giorno : tra i frutti di stagione ci sono le fragole, le nespole,  i limoni e le pere, ma qualsiasi frutta di tuo gradimento è la benvenuta.

Condisci la verdura con del succo di limone : la vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro degli alimenti, la cui carenza può essere causa di stanchezza e debolezza.

Mangia tutti i giorni un vasetto di yogurt o 200 ml di latte e aggiungi 10g (un cucchiaio da cucina) di Grana Padano DOP al posto del sale per insaporire i tuoi primi piatti. Fai attenzione alla cena : il pasto serale, quello più vicino all’ora del sonno, dovrebbe apportare non più del 30% delle calorie dell’intera giornata e non essere abbondante né in grassi né in zuccheri semplici, ma apportare calorie soprattutto da cereali come pasta o riso associati o legumi, oppure da proteine come quelle del pesce.

Esponiti al sole con cautela: l’esposizione al sole migliora l’umore, oltre a favorire la produzione di vitamina D, prezioso micronutriente utile a molte funzioni del nostro organismo.

Vestiti “a strati”: in questo modo potrai fronteggiare i cambi di temperatura, proteggendoti dal caldo eccessivo. Con il calore la pressione arteriosa può scendere e di conseguenza ci si può sentire più stanchi e deboli.

Assicurati il giusto riposo notturno: dormire ininterrottamente per un numero sufficiente di ore (circa 8h per un adulto) è indispensabile per il benessere fisico e mentale dell’organismo e per non accusare stanchezza e spossatezza durante il giorno.

Presso le Farmacie Palomba trovi una vasta gamma di prodotti dedicati all’integrazione di vitamine ed alimentare atti a combattere il “mal di primavera”.

 

 

(fonte: https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it/it/alimentazione/articoli/alimentazione-e-salute/stanchezza-e-debolezza-puo-essere-la-primavera-/)

01 Mar 2018

Allergie di Stagione: sintomi, rimedi e regole da osservare

Quattro italiani su dieci soffrono di allergie primaverili. Causa scatenante: la comparsa dei primi pollini. Secondo un’indagine dell’Anifa (Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’automedicazione) la fioritura delle piante rende la primavera la stagione dei raffreddori: gli starnuti colpiscano l’80% degli italiani, e per chi è vittima di allergie non c’è via di scampo.
Tenere sotto controllo il calendario della fioritura, riconoscere i principali sintomi di un’allergia ai pollini e seguire alcune semplici regole: ecco un decalogo di consigli per tenere a bada gli starnuti e godersi così l’arrivo della bella stagione.

 

IL CALENDARIO DEI POLLINI

 

I principali allergeni che si presentano nel periodo primaverile sono i pollini della Graminacee, della Parietaria, le Composite (ad esempio l’ambrosia), le Betullacee, le Oleacee e le Cupressacee.

GRAMINACEE: da aprile a giugno

PARIETARIA: da marzo ad ottobre

COMPOSITE o ASTERACEE: da luglio a settembre

BETULLACEE: da gennaio a maggio

OLEACEE:  da maggio a giugno

CUPRESSACEE (Cipresso):  da febbraio a fine marzo con possibili anticipi a gennaio o continuazioni fino ad aprile

Negli ultimi anni si registra un incremento dei soggetti che soffrono di pollinosi da cipresso, in particolare in Toscana, Puglia, Liguria, Umbria, Lazio e Campania. Questo tipo di allergia riguarda soprattutto i più piccoli: nel centro Italia si stima che un bambino su dieci sia allergico al cipresso.
Tra le principali cause l’aumento della sua coltivazione a scopi ornamentali o di rimboschimento.

 

ALLERGIE AI POLLINI: i dieci sintomi da tenere d’occhio

  1. Rinorrea acquosa
    2. Congestione nasale
    3. Bruciore e arrossamento delle congiuntive
    4. Lacrimazione
    5. Starnuti isolati o a salve
    6. Prurito al palato, al naso e agli occhi
    7. Tosse secca e stizzosa, spesso notturna, accompagnata da difficoltà di respiro e dai caratteristici sibili intratoracici propri dell’asma bronchiale
    8. Riduzione dell’olfatto e del gusto
    9. Insonnia, stanchezza, irrequietezza
    10. Difficoltà di respiro e asma (nel 40% dei casi).

 

LE DIECI REGOLE per combattere l’allergia

  • Evitare di uscire durante le giornate secche e ventose, quando  è più alta la concentrazione di pollini;
  • Evitare l’aerazione degli ambienti durante le ore più calde della giornata ed eventualmente usare condizionatori d’aria;
  • Fare la doccia e lavare i capelli quotidianamente. I granuli pollinici spesso rimangono intrappolati tra i capelli e la notte possono depositarsi sul cuscino, venendo così inalati;
  • Evitare  di uscire subito dopo un temporale: l’acqua rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree e in maggiore profondità;
  • Tenere sempre sott’occhio il calendario dei pollini;
  • Usare appropriate mascherine durante i lavori all’aperto;
  • Evitare i viaggi in macchina od in treno con i finestrini aperti. Quando possibile è preferibile viaggiare in autoveicoli con aria condizionata e filtri di aerazione anti-polline da pulire spesso:
  • Indossare un nuovo paio di scarpe quando si rientra a casa, e riporre le altre in un armadio in modo che non trasportino in giro le particelle allergizzanti.
  • Lavare spesso i pavimenti; ma attenzione all’utilizzo dell’aspirapolvere che può sollevare le particelle allergizzanti;
  • Tappeti, moquette, tappezzerie e tendaggi sono arredamenti rischiosi per gli allergici: lì si depositano pollini e polveri difficili da rimuovere.

 

(fonte www.sanraffaele.it)

14 Feb 2018

Meningite: i sintomi e quando allarmarsi

Meningite, scopriamo quali sono i sintomi della malattia e quando è il caso di allarmarsi. La meningite può colpire soggetti di qualsiasi età, dai neonati agli anziani. È necessario saperla riconoscere per intervenire in tempo.

Il Ministero della Salute fornisce indicazioni molto precise per quanto riguarda la meningite e i suoi sintomi. È importante sapere che esistono diverse tipologie di meningite e causa differenti per questa malattia.

La meningite, ad esempio, può avere cause infettive, cioè essere provocata da virus o da batteri, ma esiste anche la meningite non infettiva, che può presentarsi per via di farmaci o di neoplasie.

Cos’è la meningite

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Queste membrane sono chiamate meningi. Purtroppo in alcuni casi la meningite può avere complicazioni molto gravi e provocare la morte.

Leggi anche: MENINGITE: TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE

Meningite, le diverse tipologie

La meningite si suddivide in diverse tipologie a seconda della causa scatenanteche può essere virale, batterica e non solo. Ecco le tipologie di meningite principali.

Meningite virale: la meningite virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune di meningite, di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. Gli agenti virali i più comuni sono l’herpesvirus, l’enterovirus, il virus dell’influenza.

Meningite batterica: la meningite batterica è più rara e molto più grave rispetto alla meningite virale perché può provocare la morte. La meningite batterica è causata da diversi agenti dei quali il più temuto è il meningococco (Neisseria meningitidis). In Italia e in Europa troviamo casi di meningite batterica causati soprattutto da meningococco B e da meningococco C.

Meningite fungina: la meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

Meningite, i sintomi

I primi sintomi della meningite possono essere aspecifici:

  • Sonnolenza
  • Cefalea
  • Inappetenza

Dopo 2 o 3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono:

  • Nausea
  • Vomito
  • Febbre
  • Pallore
  • Fotosensibilità

Sono segni tipici della meningite:

  • Rigidità della nuca
  • Rigidità all’estensione della gamba

Sintomi nei neonati, oltre a quelli già citati che però possono essere meno evidenti:

  • Pianto continuo
  • Irritabilità
  • Sonnolenza
  • Scarso appetito
  • Ingrossamento della testa (soprattutto nel punto della fontanella)

Nella meningite fulminante (meningite molto grave):

  • I sintomi tipici della meningite peggiorano in poche ore
  • Compaiono macchie rossastre o violacee a causa di micro-emorragie dei vasi

 

Meningite, come si trasmette

La meningite si trasmette da una persona all’altra per via respiratoria. Goccioline di saliva e secrezioni nasali che si disperdono con tosse, starnuti e mentre si parla possono diventare un veicolo di trasmissione della meningite. Bisogna trovarsi in ambienti affollati o a lungo e stretto contatto con una persona infetta. Entrare in contatto con agenti che possono causare la meningite, come il meningococco, non porta però necessariamente ad ammalarsi. Si può infatti diventare dei portatori sani: i microrganismi rimangono nel corpo ma la meningite non si sviluppa.

Meningite, quando allarmarsi

Secondo il Ministero della Salute la diagnosi precoce è fondamentale in caso di meningite. Soprattutto quando si tratta di meningite batterica si rischia di essere davvero in bilico tra la vita e la morte. Dunque appena si presenta un sintomo sospetto, ad esempio una febbre molto alta improvvisa, il consiglio è di rivolgersi al medico che potrà decidere per un ricovero in ospedale. Per verificare la presenza della meningite l’esame più importante è l’analisi del liquido spinale con puntura lombare. Attenzione soprattutto alla febbre alta, alla nausea e alla rigidità del collo e nell’estensione delle gambe.

Meningite, come si cura

È fondamentale agire subito. Nel caso della meningite batterica si interviene con gli antibiotici. Per la meningite virale, invece, gli antibiotici non sono adatti, ma in questo caso la malattia è meno grave, di solito si risolve nel giro di una settimana e sarà il medico ad indicare come intervenire nel modo più opportuno per supportare la guarigione del paziente.

Meningite, prevenzione e vaccinazione

Il Ministero della Salute indica la vaccinazione come forma di prevenzione della meningite. Da una regione all’altra però possono essere presenti delle variazioni. Di solito queste vaccinazioni sono gratuite e rientrano negli interventi di vaccinazione dei bambini piccoli (o degli adolescenti nel caso della vaccinazione quadrivalente).

  1. Vaccinazione contro Haemophilus Influenzae B
  2. Vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae
  3. Vaccinazione contro Neisseria meningitidis C
  4. Vaccinazione contro Neisseria meningitidis B
  5. Vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135

 

Fonte: https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/22480-meningite-sintomi-allarmarsi