19 Mar 2019

Allergie di primavera. Il decalogo per non rimanere senza respiro

Quattro italiani su dieci soffrono di allergie primaverili. Causa scatenante: la comparsa dei primi pollini. Secondo un’indagine dell’Anifa (Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’automedicazione) la fioritura delle piante rende la primavera la stagione dei raffreddori: gli starnuti colpiscano l’80% degli italiani, e per chi è vittima di allergie non c’è via di scampo.
Tenere sotto controllo il calendario della fioritura, riconoscere i principali sintomi di un’allergia ai pollini e seguire alcune semplici regole: ecco un decalogo di consigli per tenere a bada gli starnuti e godersi così l’arrivo della bella stagione.

 IL CALENDARIO DEI POLLINI

ALLERGIE AI POLLINI: i dieci sintomi da tenere d’occhio

LE DIECI REGOLE per combattere l’allergia

ALLERGIE? Prenota online una visita o un esame specialistico!

IL CALENDARIO DEI POLLINI

I principali allergeni che si presentano nel periodo primaverile sono i pollini della Graminacee, della Parietaria, le Composite (ad esempio l’ambrosia), le Betullacee, le Oleacee e le Cupressacee.

GRAMINACEE: da aprile a giugno

PARIETARIA: da marzo ad ottobre

COMPOSITE o ASTERACEE: da luglio a settembre

BETULLACEE: da gennaio a maggio

OLEACEE:  da maggio a giugno

CUPRESSACEE (Cipresso):  da febbraio a fine marzo con possibili anticipi a gennaio o continuazioni fino ad aprile

Negli ultimi anni si registra un incremento dei soggetti che soffrono di pollinosi da cipresso, in particolare in Toscana, Puglia, Liguria, Umbria, Lazio e Campania. Questo tipo di allergia riguarda soprattutto i più piccoli: nel centro Italia si stima che un bambino su dieci sia allergico al cipresso.
Tra le principali cause l’aumento della sua coltivazione a scopi ornamentali o di rimboschimento.

ALLERGIE AI POLLINI: i dieci sintomi da tenere d’occhio

  1. Rinorrea acquosa
    2. Congestione nasale
    3. Bruciore e arrossamento delle congiuntive
    4. Lacrimazione
    5. Starnuti isolati o a salve
    6. Prurito al palato, al naso e agli occhi
    7. Tosse secca e stizzosa, spesso notturna, accompagnata da difficoltà di respiro e dai caratteristici sibili intratoracici propri dell’asma bronchiale
    8. Riduzione dell’olfatto e del gusto
    9. Insonnia, stanchezza, irrequietezza
    10. Difficoltà di respiro e asma (nel 40% dei casi).

LE DIECI REGOLE per combattere l’allergia

  • Evitare di uscire durante le giornate secche e ventose, quando  è più alta la concentrazione di pollini;
  • Evitare l’aerazione degli ambienti durante le ore più calde della giornata ed eventualmente usare condizionatori d’aria;
  • Fare la doccia e lavare i capelli quotidianamente. I granuli pollinici spesso rimangono intrappolati tra i capelli e la notte possono depositarsi sul cuscino, venendo così inalati;
  • Evitare  di uscire subito dopo un temporale: l’acqua rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree e in maggiore profondità;
  • Tenere sempre sott’occhio il calendario dei pollini;
  • Usare appropriate mascherine durante i lavori all’aperto;
  • Evitare i viaggi in macchina od in treno con i finestrini aperti. Quando possibile è preferibile viaggiare in autoveicoli con aria condizionata e filtri di aerazione anti-polline da pulire spesso:
  • Indossare un nuovo paio di scarpe quando si rientra a casa, e riporre le altre in un armadio in modo che non trasportino in giro le particelle allergizzanti.
  • Lavare spesso i pavimenti; ma attenzione all’utilizzo dell’aspirapolvere che può sollevare le particelle allergizzanti;
  • Tappeti, moquette, tappezzerie e tendaggi sono arredamenti rischiosi per gli allergici: lì si depositano pollini e polveri difficili da rimuovere.

Fonte: http://www.sanraffaele.it/comunicazione/SRpedia/11589/starnuti-di-primavera-rimedi-e-prevenzione

14 Feb 2019

Cosa sono e come si combattono le zampe di gallina?

Farmacie Palomba e Vichy, conoscere e lenire le zampe di galline.

 

Le rughe comparse sul contorno occhi fanno apparire il tuo sguardo stanco e invecchiato? Scopri come combattere le zampe di gallina con la nostra guida.

Zampe di gallina: cosa sono e perché si formano?

Note comunemente come zampe di gallina, le rughe che compaiono nella zona perioculare, cioè sul contorno occhi e, nello specifico, negli angoli esterni degli occhi, fanno parte delle cosiddette “rughe di espressione”. Queste rughe si formano infatti per l’azione ripetuta e frequente dei muscoli facciali che utilizziamo per la mimica del nostro viso: quando sorridiamo, quando ci imbronciamo o siamo stupiti.

A che età compaiono sul viso?

Le zampe di gallina possono comparire anche in giovane età, soprattutto quando sono direttamente collegate alla forma e all’espressività specifica del viso. A partire dai 30 anni, poi, la pelle diventa via via meno elastica e piena, per non parlare dei 50 anni, quando la struttura della pelle si indebolisce a causa della progressiva riduzione nella produzione di collagene da parte dei fibroblasti. A questo si unisce una diminuzione graduale dei livelli di acido ialuronico naturalmente presente nella pelle, che determina un aumento della disidratazione cutanea, rendendo la pelle vuota e dall’aspetto spento e cadente. Inoltre, fattori esterni come un’eccessiva e prolungata esposizione ai raggi UV e inquinamento, insieme a cattive abitudini come fumo e un’alimentazione sregolata, possono accelerare il processo di invecchiamento cutaneo, velocizzando di conseguenza anche la comparsa delle zampe di gallina.

Zampe di gallina: il trattamento migliore per ogni età

Per contrastare la comparsa delle zampe di gallina ed evitare che diventino sempre più profonde ed evidenti, è importante iniziare a combattere subito i fattori in grado di accelerare il processo di invecchiamento, adattando il regime antirughe alle diverse fasi della vita:

  • A 20 anni: scegli trattamenti viso dall’azione idratante profonda, che aiutano a rinforzare la pelle, proteggendola e mantenendo il suo benessere.
  • A 40 anni: integra nella tua routine quotidiana trattamenti arricchiti con ingredienti come acido ialuronico e vitamina C.
  • A 50 anni: opta per un trattamento antirughe e antinvecchiamento formulato appositamente per stimolare la produzione di collagene da parte della pelle, associato all’azione idratante e rimpolpante dell’acido ialuronico.

Come nascondere le zampe di gallina con il make-up

Vuoi far sparire le fastidiose zampe di gallina in un istante? Ecco qualche “trucco” da utilizzare quando applichi il tuo make-up quotidiano:

  • Illumina la zona del contorno occhi con un correttore fluido di una tonalità poco più chiara del tuo colorito naturale. Stendilo con cura per evitare che si accumuli nelle pieghe, ottenendo l’effetto di enfatizzarle.
  • Opta per un fondotinta fluido per uniformare il viso con un effetto naturale e leggero. Se utilizzi prodotti in polvere libera, come la cipria o un fissante in polvere, stendine un velo leggerissimo, eliminando ogni eccesso.
  • Prediligi ombretti in crema nelle tonalità leggermente scure o neutre ed evita quelli in polvere e dai colori perlati o troppo chiari.
  • Apri lo sguardo con il mascara e passando una matita occhi color burro sulla rima interna dell’occhio.

 

Fonte: https://www.vichy.it/vichy-mag/cosa-sono-e-come-si-combattono-le-zampe-di-gallina/vmag73453.aspx

28 Gen 2019

Influenza 2019, proteggiamo i nostri bambini

E’ il periodo più “contagioso” dell’anno nel quale l’influenza 2019 è nella fase di maggior contagio. Per mettere “al riparo” per quanto sia possibile i nostri bambini, Farmacia Palomba vi consiglia alcuni accorgimenti per conoscere ed affrontare meglio il malanno di stagione.

Influenza nei bambini

Sintomi

Nei bambini l’influenza si manifesta più rapidamente di un raffreddore e con sintomi più severi. I bambini con il raffreddore hanno di solito abbastanza energia per continuare a giocare e portare avanti le loro attività quotidiane mentre con l’influenza, in genere, preferiscono stare a letto.

 

I sintomi influenzali tipici sono:

 

febbre improvvisa,

brividi e tremori,

cefalea,

dolori muscolari,

fatica estrema,

tosse secca e mal di gola,

perdita di appetito.

I bambini contagiati possono avere quindi gli stessi sintomi di un adulto, ma ci possono essere differenze:

 

Neonati e lattanti possono avere inspiegabili febbri molto alte, senza altri segni di malattia.

I bambini piccoli in genere hanno temperature sopra 39,5°C e possono avere convulsioni.

Fastidi e dolori gastrici, vomito e diarrea sono frequenti nei bambini più piccoli.

Sono anche frequenti dolore alle orecchie e occhi rossi.

In alcuni casi, braccia e gambe possono essere estremamente dolenti per l’infiammazione muscolare.

Cura e terapia per i bambini

  1. Mettere il bambino più a suo agio possibile. Proporgli spesso da bere e piccoli pasti nutrienti.
  2. Se ha la febbre, vestirlo con abiti leggeri e mantenere la temperatura ambiente intorno a 20°C.
  3. Per ridurre la sofferenza, i dolori o la febbre, se superiore a 38,5°C, usare il paracetamolo. L’ibuprofene può essere somministrato a bambini con più di 6 mesi. A meno di indicazioni mediche diverse, somministrare la dose raccomandata sulla confezione ogni 4 ore fino a riduzione della temperatura. Non somministrare acido acetilsalicilico (aspirina), o composti che lo contengono, a bambini e adolescenti con il raffreddore perché può determinare danni cerebrali ed epatici (sindrome di Reye).
  4. Non dare farmaci da banco per la tosse o per il raffreddore a bambini sotto i 6 anni di età a meno di prescrizione medica.
  5. Chiedere consiglio al medico o al farmacista prima di somministrare farmaci da banco a bambini o a individui in cura con altre medicine o affetti da malattie croniche.
  6. Leggere attentamente le istruzioni a corredo della confezione. Non aumentare la dose rispetto a quanto raccomandato.
  7. La tosse aiuta a eliminare il muco dal torace. Molti prodotti da banco per la tosse o per il raffreddore contengono elementi che la attenuano. In genere, contengono destrometorfano (anche detto DM o DXM) e/o difenidramina. La maggior parte degli studi su questi composti è stata fatta negli adulti. I pochi condotti su bambini non mostrano benefici.
  8. Gargarismi con acqua tiepida aiuteranno a ridurre il mal di gola. Nei bambini di almeno 3 anni in grado di succhiare caramelle dure senza strozzarsi si possono usare caramelle dure senza zucchero o pastiglie a base di miele, erbe o pectina. Le pastiglie per la tosse a base di farmaci che attenuano la sensibilità della gola (diclonina, benzocaina, esilresorcinolo, mentolo e fenolo) non dovranno essere date a bambini piccoli perché possono risultare troppo difficili da inghiottire.

Fonte: CaringForKids

Trasmissione

I malati di influenza possono contagiare gli altri nel raggio di circa 2 metri. Molti esperti ritengono che i virus dell’influenza si diffondano principalmente tramite le goccioline di saliva emesse tossendo, starnutendo o parlando. Queste goccioline possono arrivare in bocca o nel naso di individui vicini o essere eventualmente inalate nei polmoni.

Meno spesso, un soggetto potrebbe infettarsi toccando prima una superficie o un oggetto contaminati dal virus influenzale e poi la propria bocca o il proprio naso.

Per evitare il contagio, si dovrebbe stare lontano dagli ammalati e stare a casa se colpiti in prima persona. È importante anche lavarsi le mani spesso con acqua e sapone. Se acqua e sapone non sono disponibili, si possono usare salviettine a base di alcool. Biancheria, posate e piatti degli ammalati non dovranno essere condivisi senza averli prima lavati con attenzione. Le posate possono essere lavate o in lavapiatti o a mano con acqua e sapone, non occorre lavarle separatamente. Inoltre, superfici di casa, lavoro e scuola, toccate spesso, dovranno essere pulite e disinfettate, specie in presenza di ammalati.
La maggior parte degli adulti sani può trasmettere l’influenza dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 5-7 giorni dopo. I bambini possono trasmettere il virus per più di 7 giorni.
I sintomi iniziano 1-4 giorni dopo l’ingresso nel corpo del virus. Ciò significa che si può essere contagiosi prima di sapere di essersi ammalati, nonché durante il decorso. Alcuni possono infettarsi ma non sviluppare sintomi. In tale periodo, possono però trasmettere il virus ad altri.
I virus resistono particolarmente bene anche nell’ambiente e la trasmissione è facilitata da ambienti affollati, situazioni di bassa temperatura ed alta umidità.

Pericoli

L’influenza stagionale è una malattia respiratoria acuta che in genere si autolimita spontaneamente; la maggior parte dei soggetti in giovane età in salute guarisce dall’influenza senza alcuna conseguenza, mentre rischi maggiori sono corsi da pazienti delle cosiddette fasce a rischio (donne in gravidanza, neonati, pazienti con più di 65 anni e/o con malattie croniche, …).

L’impatto è sicuramente più prolungato rispetto al raffreddore, ma la maggior parte dei soggetti colpiti da influenza guarisce in qualche giorno (meno di due settimane), salvo alcuni pazienti che sviluppano invece complicanze.

Le infezioni del seno (sinusite) e dell’orecchio (otite) sono esempi di complicazioni moderate, mentre la polmonite è una grave complicanza influenzale che può derivare sia dall’infezione del virus dell’influenza stesso, che da una sovra-infezione batterica.

Fonte: https://www.farmacoecura.it/influenza/influenza-sintomi-rimedi-e-cura/

09 Gen 2019

Freddo e gelo? Scopri come proteggere la tua pelle

Le fredde giornate invernali lasciano spesso la pelle danneggiata o con una fastidiosa sensazione di fragilità. In molti casi, non appena arriva l’inverno, compaiono anche rossori e la pelle tira.

Scopri i consigli degli esperti per prenderti cura della tua pelle durante i mesi più rigidi dell’anno.

In che modo il freddo può impattare la pelle?

Tra gli altri fattori ambientali – conosciuti nel loro complesso come esposoma – che possono avere effetti negativi sulla pelle, le temperature rigide dell’inverno possono rendere il nostro incarnato disidratato e screpolato, per effetto di vento, neve e pioggia e della loro azione sulla pelle. Proprio come avviene d’estate a causa del caldo, la pelle diventa più secca, come risultato dell’esposizione a condizioni meteo inclementi e al riscaldamento negli ambienti chiusi. Questo può determinare l’intensificarsi di problematiche della pelle proprio durante i mesi più freddi.

Ma cosa succede sotto la superfice della pelle quando fuori si gela? Quando è esposta per lunghi periodi a temperature rigide, la funzione barriera della pelle – che la protegge da inquinamento, raggi UV e dagli effetti della disidratazione, così come da stress e stanchezza – si indebolisce*, lasciando la cute maggiormente esposta agli effetti provocati dagli elementi esterni. Per proteggere la pelle e contrastare questi effetti negativi, l’idratazione è fondamentale: più la cute è idratata, più forte e resistente sarà la sua funzione barriera.

Come rinforzare la pelle nei mesi invernali

Naturalmente non è necessario ribadire che bere una sufficiente quantità di acqua permette alla pelle di restare adeguatamente idratata. Questa buona abitudine è importante anche in inverno, quando è più difficile accorgersi che la pelle è assetata, a causa del restringimento dei capillari sanguigni che ci aiuta a trattenere il calore. Inoltre, alcune ricerche hanno mostrato che durante i periodi di stress, la capacità del corpo di trattenere l’acqua è ridotta. Per risvegliare la pelle stanca e affaticata, porta sempre con te nella tua borsa una bottiglia di acqua spray per il viso. Offrire alla pelle l’ottimale livello di minerali con l’Acqua Termale Mineralizzante di Vichy aiuta a minimizzare la perdita di acqua e a rinforzare la barriera cutanea, evitando così che la pelle diventi secca e screpolata. Reintegrare l’idratazione della pelle quando questa è particolarmente sensibile durante i mesi più freddi ti aiuterà ad avere un aspetto riposato e radioso per tutto l’inverno.

Fonte: https://www.vichy.it/vichy-mag/scopri-come-proteggere-la-pelle-dal-freddo-invernale/vmag63592.aspx

12 Lug 2018

In attesa delle meritate ferie, come prevenire le odiose borse sotto gli occhi

Stanchezza, spossatezza, voglia di sdraiarsi al sole senza pensare al lavoro, alla scuola dei bimbi. Le meritate ferie all’orizzonte ma ancora qualche giorno di lavoro.

Una zona del nostro viso particolarmente delicata e sensibile che risente facilmente, anche in giovane età, di alcuni precoci cambiamenti è il contorno occhi.

Il contorno occhi è davvero una zona fragile e sottile, sviluppa facilmente pigmentazioni, rughe, comparsa di occhiaie e di borse.

Purtroppo le borse sono un inestetismo molto comune, sia per le donne che per gli uomini, e possono manifestarsi anche in diverse fasce di età.

COSA SONO LE BORSE E QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE FISIOLOGICHE

Le borse sotto gli occhi, scientificamente definite dermatocalasi, sono un eccesso di pelle localizzato nella zona sotto oculare.

Il fisiologico processo dell’invecchiamento cutaneo comporta innumerevoli cambiamenti del nostro aspetto. Comparsa di rughe dovute alla diminuzione della sintesi di fibre di collagene ed elastina, disidratazione, perdita di tono ed elasticità, assottigliamento della pelle, perdita di luminosità.

La causa principale della comparsa delle borse è sicuramente l’invecchiamento che determina una diminuzione del tono anche nella zona perioculare con un conseguente rilassamento. La zona del contorno occhi è così sottile e priva di collagene ed elastina che facilmente tende al cedimento.

Spesso però le borse possono essere dovute dalla ritenzione e dal ristagno dei liquidi nella zona inferiore della palpebra. Anche la fragilità capillare che aumenta con gli sbalzi termici (passaggio dal caldo al freddo e viceversa) può contribuire alla rottura dei capillari stessi che conseguentemente possono determinare la comparsa delle borse.

 

PER SAPERNE DI PIU’

Oltre alle cause fisiologiche precedentemente elencate, sono innumerevoli i fattori esogeni che possono contribuire al peggioramento della zona del contorno occhi.

 

Lo stress, un scorretto stile di vita contribuisce spesso a non riposare in maniera sufficiente. Infatti, i soggetti che soffrono di disturbi del sonno molto spesso al mattino si risvegliano con le borse sotto gli occhi. Durante la notte il ristagno dei liquidi è maggiore e per questo motivo il nostro sguardo al mattino appare appesantito e gonfio.

 

Alimentazione povera di sale e ricca in vitamine e antiossidanti (frutta e verdura) aiuterà sicuramente a favorire la circolazione diminuendo la ritenzione idrica. L’assunzione di fumo e alcool per lo stesso motivo sopra elencato è sicuramente sconsigliata. Entrambi causano vasodilatazione, provocano danni alla pelle in generale e al nostro intero organismo. E’ risaputo che le donne in gravidanza a causa degli sbalzi ormonali riescono a dormire di meno e anche male, sono tutte soggette ad una maggiore ritenzione idrica e pertanto tendono con più facilità ad essere predisposte alla formazione di borse ed occhiaie.

 

PREVENIRE E COMBATTERE LE BORSE

RIMEDI NATURALI

 

Per eliminare il gonfiore spesso è consigliato applicare sugli occhi dei cubetti di ghiaccio oppure delle fette di cetrioli o patate tagliati a fette.

Bere molta acqua per drenare.

Assumere alimenti ricchi in vitamine e antiossidanti.

Massaggiare la zona perioculare per facilitare il drenaggio e stimolare la circolazione.

Condurre una vita regolare.

MIAMO CONSIGLIA

Applicare una piccola quantità di prodotto sul dito e picchiettare delicatamente il contorno occhi Advanced eye cream mattina e sera.

 

Fonte:  https://www.miamo.com/come-prevenire-e-trattare-le-borse-sotto-gli-occhi/

19 Giu 2018

Sole, inquinanti, pelle. Scopriamo di piu.

Le donne non sbagliano quando denunciano l’inquinamento come un fattore dannoso per la loro bellezza. La sinergia inquinamento ed esposizione al sole, poi, può partecipare alla formazione di macchie sulla pelle.

Gli inquinanti, temibili generatori di radicali liberi

Nonostante sia l’intero organismo a soffrire per l’inquinamento, è la pelle uno degli organi direttamente colpiti da questo problema. Gli agenti inquinanti con i quali la pelle si misura ogni giorno generano radicali liberi che penetrano nell’epidermide favorendo la comparsa di macchie e conferendo un tono grigiastro all’incarnato. Il particolato, l’ozono, il biossido di azoto, il monossido di carbonio o il biossido di zolfo sono tra gli inquinanti più aggressivi.
Uno studio epidemiologico di vasta portata condotto dal Professor Krutman (Istituto di Ricerca Leibniz per la medicina ambientale di Düsseldorf) e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Investigative Dermatology” conferma che l’inquinamento ha un impatto sulla qualità dell’incarnato.

L’azione sul colorito dei raggi UVA

Tutti i giorni, anche quando il cielo è nuvoloso, la pelle è esposta ai raggi UV costituiti principalmente da UVA, a loro volta costituiti per il 75% da UVA lunghi. Questi ultimi possono penetrare molto in profondità fino al derma. Principali generatori di radicali liberi, possono alterare a lungo termine le cellule e causare ipopigmentazione quali macchie scure e discromie.

Lo stress ossidativo generato dalla sinergia inquinamento + UVA lunghi è doppiamente nocivo

Agisce:

  • IN PROFONDITÀ, alterando il funzionamento dei melanociti e modificandone l’ambiente: il melanotopo. Si scatena così il processo che porta alla comparsa del colorito spento e delle macchie
  • IN SUPERFICIE, ossidando la melanina già presente nei cheratinociti dell’epidermide. L’incarnato assume un colorito spento

Per contrastare questa sinergia negativa è utile selezionare prodotti con un’azione anti-inquinamento, anti-ossidante con filtro solare.

Fonte: http://www.larocheposay.it/articolo/tra-le-cause-delle-macchie-sulla-pelle-l-azione-combinata-di-inquinamento-e-raggi-uva-lunghi/a14991.aspx
04 Giu 2018

Carenze Vitaminiche, una semplice guida

La carenza di alcuni elementi nutritivi può essere dannosa, specialmente se prolungata nel tempo. Questo vale sia per i macronutrienti che per i micronutrienti come vitamine e sali minerali. La carenza di vitamine può essere dovuta a fattori molteplici e differenti tra loro.
Prima tra tutti un’alimentazione sbilanciata o, peggio, errata. Responsabili, spesso, le diete “fai da te” post abbuffate natalizie o pre prova costume, che pur di far ridurre il peso corporeo in pochissimo tempo, eliminano in toto alcune classi di alimenti, mettendo a repentaglio la salute.
Carenze vitaminiche possono essere determinate anche da particolari attività, che portano all’utilizzo/degradazione di specifici micronutrienti, a fronte delle quali non si ricorre ad un’adeguata compensazione.
Un’importante attività sportiva ad esempio, molto prolungata nel tempo o ad alta intensità in termini di sforzo, determina un significativo utilizzo di minerali quali il Calcio, il Sodio e il Potassio: questi minerali infatti entrano in gioco nella trasmissione dell’impulso nervoso che “comunica” al muscolo di contrarsi e nell’attività stessa di contrazione delle fibre muscolari. Non solo.
L’ipovitaminosi può essere causata anche da stress, inquinamento ed errate nonché pericolose abitudini quali fumo, abuso di alcol e caffè, oltre che dall’assunzione di alcuni farmaci.
Fonte: https://www.multicentrum.it/articoli/carenze-vitaminiche
14 Mag 2018

Sole e smog nemici per la pelle….? Ecco le soluzioni che fanno per te

Una delle maggiori fonti di stress in città è l’inquinamento. Piccole particelle di polvere, conosciute come PM 2.5 possono penetrare attraverso la barriera protettiva della pelle e creare il caos. Queste infatti, innescano una reazione a catena che inizia con l’ossidazione del sebo sulla superficie della pelle, seguita da un aumento della produzione di sebo e ipercheratinizzazione che determina la presenza di ancora più cellule morte sulla superficie cutanea.

Morale della favola? I punti neri diventano più evidenti e possono spuntare nuovi brufoli sul viso, soprattutto nella zona T.

Ma che tipo di routine quotidiana può aiutare la pelle a difendersi? Le texture anti-adesione, che impediscono alle particelle di inquinamento di attaccarsi alla superficie della pelle, sono un buon punto di partenza.

Le particelle di inquinamento interagiscono con la pelle

Una delle maggiori fonti di stress in città è l’inquinamento. Piccole particelle di polvere, conosciute come PM 2.5 possono penetrare attraverso la barriera protettiva della pelle e creare il caos. Queste infatti, innescano una reazione a catena che inizia con l’ossidazione del sebo sulla superficie della pelle, seguita da un aumento della produzione di sebo e ipercheratinizzazione che determina la presenza di ancora più cellule morte sulla superficie cutanea.

Morale della favola? I punti neri diventano più evidenti e possono spuntare nuovi brufoli sul viso, soprattutto nella zona T.

Ma che tipo di routine quotidiana può aiutare la pelle a difendersi? Le texture anti-adesione, che impediscono alle particelle di inquinamento di attaccarsi alla superficie della pelle, sono un buon punto di partenza.

Anche se hai sempre pensato il contrario, l’esposizione ai raggi solari può peggiorare le condizioni della pelle a tendenza acneica.

I raggi UV sono un altro nemico della pelle: ebbene sì, anche una giornata di sole può avere i suoi lati negativi. Infatti, uno degli immortali falsi miti a proposito di brufoli è che la luce del sole sia la salvezza della pelle a tendenza acneica. Sbagliato! Nel brevissimo periodo, l’abbronzatura può rendere il tuo incarnato più uniforme ma l’azione del sole, che asciuga le imperfezioni, alla fine delle vacanze può causare un effetto “rebound”, che scatena un eccessiva produzione di sebo. Questo, combinato all’ispessimento dello strato esterno della pelle, ostruisce i pori, il che impedisce al sebo di fuoriuscire correttamente.

Morale della favola? Il sole altera il comportamento della pelle, rendendola più incline alla comparsa di brufoli e imperfezioni.

La pelle ha bisogno di una protezione specifica contro i raggi UV. Il primo passo? Un solare con filtro ad ampio spettro che protegga sia dai raggi UVA che dagli UVB. Opta per texture fluide, oil-free e non comedogeniche.

 

Fonte: http://www.larocheposay.it/freefromspots-mag-genitore-con-figli/brufoli-e-bellezza-in-citta/ffs33631.aspx?profileid=673

09 Apr 2018

Spossatezza e debolezza? Sarà la…primavera

In primavera, si sa, le giornate si fanno più lunghe, il tempo migliora, la natura si risveglia, ma tutto ciò che sembra influire positivamente sul cervello e favorire il buon umore può apportare anche degli “effetti collaterali”. Parliamo del cosiddetto “mal di primavera” che colpisce circa due milioni di persone in questo periodo dell’anno e che si manifesta con segnali come stanchezza e debolezza , a cui si aggiungono spesso cattivo umore, ansia, irrequietezza, insonnia e mancanza di concentrazione . Questo malessere generale e diffuso, sebbene di natura non patologica, può peggiorare la qualità della vita e rappresentare un problema nel normale svolgimento delle attività quotidiane.

Quali sono le cause?

Alcuni dei fastidi avvertiti in primavera sono simili a quelli tipicamente autunnali, mentre altri dipendono esclusivamente dai cambiamenti che hanno luogo in questo periodo dell’anno. Tanto per cominciare ci si deve adeguare al passaggio all’ ora legale, che porta via un’ora di sonno e obbliga l’organismo a doversi riabituare al nuovo ritmo. Inoltre le giornate più lunghe e le temperature più alte stimolano una maggiore attività di tutto il corpo, che può non essere in grado di rispondere in maniera adeguata. L’organismo tende così a segnalare il suo disagio con una stanchezza e debolezza apparentemente ingiustificate, ma che in realtà sono il campanello d’allarme di uno stato fisico e mentale non eccellente. I sintomi del “mal di primavera” possono essere acuti e nascondere delle patologie più gravi, in questo caso è bene sottoporsi ad una visita medica. Se i sintomi non sono particolarmente acuti non vanno comunque trascurati in quanto potrebbero condurre a un maggiore malessere psico-fisico.

L’alimentazione giusta contro il mal di stagione

Tutti sanno che lo scopo primario dell’alimentazione è principalmente energetico, ma spesso si dimentica che tale energia dovrebbe essere fornita gradualmente nel corso della giornata; quindi è bene fare 5 pasti al giorno (colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena) per non lasciare mai l’organismo a corto di “carburante”. Per combattere debolezza e spossatezza occorre inoltre seguire un ’alimentazione sana e variata , che garantisca sufficienti apporti di macronutrienti ( carboidrati , proteine e grassi ) e di micronutrienti (come vitamine e minerali). Le vitamine non apportano calorie, ma svolgono importanti funzioni (antiossidanti, protettive, antinfiammatorie ecc.) e regolano buona parte delle trasformazioni chimiche che avvengono nell’organismo, tra cui quelle energetiche. Tra le vitamine più importanti impegnate nel processo metabolico (produzione di energia) rientrano quelle del gruppo B:

La vitamina B1 agisce soprattutto sul metabolismo dei carboidrati.

La vitamina B2 ha molte funzioni tra le quali la facilitazione dell’assorbimento dei grassi.

La vitamina B6 consente una buona utilizzazione delle proteine e agisce nel metabolismo glicidico e lipidico.

La vitamina B12, oltre che favorire il metabolismo di zuccheri e proteine, è indispensabile per il buon funzionamento del sistema nervoso.

Le vitamine del gruppo B si trovano in grande quantità soprattutto negli alimenti di origine animale: è quindi importante assumere settimanalmente carne, pesce e uova nelle giuste quantità, e consumare ogni giorno yogurt, latte e derivati come il Grana Padano DOP che è un concentrato di nutrienti del latte, ma con meno grassi del latte intero perché parzialmente decremato durante la lavorazione. Per fare 100 g di questo formaggio occorrono 1,5 litri di latte, fornisce quindi ottime quantità di proteine ad alto valore biologico, vitamine del gruppo B, tanto calcio, oltre ad essere ricco di importanti antiossidanti come vitamina A, zinco e selenio . Unito ad un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il Grana Padano DOP contribuisce a dare all’organismo la forza e il benessere di cui si ha particolarmente bisogno in questo periodo.

 

Attività fisica per il benessere psico-fisico

Per sconfiggere stanchezza e stress è bene praticare attività fisica aerobica a bassa intensità e a lunga durata, come camminare, pedalare ecc. È importante che l’attività fisica diventi un’abitudine quotidiana o che venga praticata per almeno 40 minuti 3-4 volte a settimana. I benefici che se ne possono trarre sono molteplici. Tanto per cominciare, l’esercizio fisico aumenta la produzione di energia da parte del corpo e si dimostra in grado di combattere stanchezza e debolezza più del riposo. Non solo. Una buona dose di attività fisica e praticata con regolarità, è in grado anche di migliorare il tono dell’umore. Infatti, tra le varie benefiche modificazioni del metabolismo e del sistema nervoso, l’attività stimola la produzione di endorfine , neurotrasmettitori dotati di proprietà analgesiche che donano maggiore serenità e tranquillità. Ovviamente, la raccomandazione sempre valida è che se siete sedentari è bene sottoporvi a una visita medica prima di iniziare con qualsiasi tipo di attività motoria.

Altri consigli contro stanchezza e debolezza

Mangia 2 porzioni di verdura al giorno , preferendo quelle crude a quelle cotte per assicurarti un miglior apporto di vitamine e antiossidanti, che diminuiscono con la cottura.

Mangia 3 porzioni di frutta al giorno : tra i frutti di stagione ci sono le fragole, le nespole,  i limoni e le pere, ma qualsiasi frutta di tuo gradimento è la benvenuta.

Condisci la verdura con del succo di limone : la vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro degli alimenti, la cui carenza può essere causa di stanchezza e debolezza.

Mangia tutti i giorni un vasetto di yogurt o 200 ml di latte e aggiungi 10g (un cucchiaio da cucina) di Grana Padano DOP al posto del sale per insaporire i tuoi primi piatti. Fai attenzione alla cena : il pasto serale, quello più vicino all’ora del sonno, dovrebbe apportare non più del 30% delle calorie dell’intera giornata e non essere abbondante né in grassi né in zuccheri semplici, ma apportare calorie soprattutto da cereali come pasta o riso associati o legumi, oppure da proteine come quelle del pesce.

Esponiti al sole con cautela: l’esposizione al sole migliora l’umore, oltre a favorire la produzione di vitamina D, prezioso micronutriente utile a molte funzioni del nostro organismo.

Vestiti “a strati”: in questo modo potrai fronteggiare i cambi di temperatura, proteggendoti dal caldo eccessivo. Con il calore la pressione arteriosa può scendere e di conseguenza ci si può sentire più stanchi e deboli.

Assicurati il giusto riposo notturno: dormire ininterrottamente per un numero sufficiente di ore (circa 8h per un adulto) è indispensabile per il benessere fisico e mentale dell’organismo e per non accusare stanchezza e spossatezza durante il giorno.

Presso le Farmacie Palomba trovi una vasta gamma di prodotti dedicati all’integrazione di vitamine ed alimentare atti a combattere il “mal di primavera”.

 

 

(fonte: https://www.educazionenutrizionale.granapadano.it/it/alimentazione/articoli/alimentazione-e-salute/stanchezza-e-debolezza-puo-essere-la-primavera-/)

14 Feb 2018

Meningite: i sintomi e quando allarmarsi

Meningite, scopriamo quali sono i sintomi della malattia e quando è il caso di allarmarsi. La meningite può colpire soggetti di qualsiasi età, dai neonati agli anziani. È necessario saperla riconoscere per intervenire in tempo.

Il Ministero della Salute fornisce indicazioni molto precise per quanto riguarda la meningite e i suoi sintomi. È importante sapere che esistono diverse tipologie di meningite e causa differenti per questa malattia.

La meningite, ad esempio, può avere cause infettive, cioè essere provocata da virus o da batteri, ma esiste anche la meningite non infettiva, che può presentarsi per via di farmaci o di neoplasie.

Cos’è la meningite

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Queste membrane sono chiamate meningi. Purtroppo in alcuni casi la meningite può avere complicazioni molto gravi e provocare la morte.

Leggi anche: MENINGITE: TUTTO QUELLO CHE DOVETE SAPERE

Meningite, le diverse tipologie

La meningite si suddivide in diverse tipologie a seconda della causa scatenanteche può essere virale, batterica e non solo. Ecco le tipologie di meningite principali.

Meningite virale: la meningite virale, detta anche meningite asettica, è la forma più comune di meningite, di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. Gli agenti virali i più comuni sono l’herpesvirus, l’enterovirus, il virus dell’influenza.

Meningite batterica: la meningite batterica è più rara e molto più grave rispetto alla meningite virale perché può provocare la morte. La meningite batterica è causata da diversi agenti dei quali il più temuto è il meningococco (Neisseria meningitidis). In Italia e in Europa troviamo casi di meningite batterica causati soprattutto da meningococco B e da meningococco C.

Meningite fungina: la meningite da funghi o miceti si manifesta soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria e può rappresentare un pericolo per la vita.

Meningite, i sintomi

I primi sintomi della meningite possono essere aspecifici:

  • Sonnolenza
  • Cefalea
  • Inappetenza

Dopo 2 o 3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono:

  • Nausea
  • Vomito
  • Febbre
  • Pallore
  • Fotosensibilità

Sono segni tipici della meningite:

  • Rigidità della nuca
  • Rigidità all’estensione della gamba

Sintomi nei neonati, oltre a quelli già citati che però possono essere meno evidenti:

  • Pianto continuo
  • Irritabilità
  • Sonnolenza
  • Scarso appetito
  • Ingrossamento della testa (soprattutto nel punto della fontanella)

Nella meningite fulminante (meningite molto grave):

  • I sintomi tipici della meningite peggiorano in poche ore
  • Compaiono macchie rossastre o violacee a causa di micro-emorragie dei vasi

 

Meningite, come si trasmette

La meningite si trasmette da una persona all’altra per via respiratoria. Goccioline di saliva e secrezioni nasali che si disperdono con tosse, starnuti e mentre si parla possono diventare un veicolo di trasmissione della meningite. Bisogna trovarsi in ambienti affollati o a lungo e stretto contatto con una persona infetta. Entrare in contatto con agenti che possono causare la meningite, come il meningococco, non porta però necessariamente ad ammalarsi. Si può infatti diventare dei portatori sani: i microrganismi rimangono nel corpo ma la meningite non si sviluppa.

Meningite, quando allarmarsi

Secondo il Ministero della Salute la diagnosi precoce è fondamentale in caso di meningite. Soprattutto quando si tratta di meningite batterica si rischia di essere davvero in bilico tra la vita e la morte. Dunque appena si presenta un sintomo sospetto, ad esempio una febbre molto alta improvvisa, il consiglio è di rivolgersi al medico che potrà decidere per un ricovero in ospedale. Per verificare la presenza della meningite l’esame più importante è l’analisi del liquido spinale con puntura lombare. Attenzione soprattutto alla febbre alta, alla nausea e alla rigidità del collo e nell’estensione delle gambe.

Meningite, come si cura

È fondamentale agire subito. Nel caso della meningite batterica si interviene con gli antibiotici. Per la meningite virale, invece, gli antibiotici non sono adatti, ma in questo caso la malattia è meno grave, di solito si risolve nel giro di una settimana e sarà il medico ad indicare come intervenire nel modo più opportuno per supportare la guarigione del paziente.

Meningite, prevenzione e vaccinazione

Il Ministero della Salute indica la vaccinazione come forma di prevenzione della meningite. Da una regione all’altra però possono essere presenti delle variazioni. Di solito queste vaccinazioni sono gratuite e rientrano negli interventi di vaccinazione dei bambini piccoli (o degli adolescenti nel caso della vaccinazione quadrivalente).

  1. Vaccinazione contro Haemophilus Influenzae B
  2. Vaccinazione contro Streptococcus pneumoniae
  3. Vaccinazione contro Neisseria meningitidis C
  4. Vaccinazione contro Neisseria meningitidis B
  5. Vaccinazione quadrivalente contro il meningococco A-C-Y-W135

 

Fonte: https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/22480-meningite-sintomi-allarmarsi